pene cancro

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  1. yemy
     
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    Quali sono le cause del cancro al pene?
     
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  2. Elefantino.82
     
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    Che cos'e' il tumore del pene?

    Il tumore del pene deriva dalla trasformazione maligna delle cellule epiteliali della cute del pene. Esistono diversi tipi di tumori del pene, ma nella stragrande maggioranza dei casi (95%) si tratta di carcinomi squamosi. Questi si dividono in due categorie: quelli che crescono verso l'esterno formando una massa polipoide e sono localizzati prevalentemente nel glande e quelli infiltranti che possono svilupparsi nel prepuzio o nel glande e solo raramente nell’asta. I tumori infiltranti sono più spesso responsabili di metastasi ai linfonodi.

    Il rimanente 5% dei tumori del pene è rappresentato da sarcomi (incluso il sarcoma di Kaposi), melanomi, carcinomi basocellulari, malattia di Paget e linfomi. Metastasi al pene da parte di altri tumori (per esempio tumori della prostata, vescica, colonretto, rene e testicolo) sono rare.

    Alcune lesioni del pene possono preludere alla trasformazione tumorale: tra queste la leucoplachia, la balanite sclerotica obliterante e il condiloma gigante acuminato.

    Quando il tumore è confinato al solo epitelio di rivestimento carcinoma in situ ed è localizzato su glande, prepuzio o asta è chiamato eritroplasia di Queyrat, mentre se interessa l’asta, lo scroto o il perineo è chiamato malattia di Bowen. La malattia di Bowen può degenerare in carcinoma invasivo nel 5-10% dei casi, mentre l’eritroplasia di Queyrat si trasforma in carcinoma invasivo in circa il 10-33% dei casi.


    In Europa il carcinoma del pene è un tumore raro, rappresentando meno dell’1% di tutti i tumori. Il rischio di sviluppare un tumore del pene varia moltissimo da paese a paese, con un tasso di incidenza in Brasile, Uganda e Thailandia che è 20-30 volte maggiore (2-3 nuovi casi/anno per 100.000 uomini) rispetto ai paese industrializzati, dove l'incidenza è inferiore a un caso/anno per 100.000 uomini. In Europa il picco d’incidenza si registra tra gli uomini con età superiore ai 75 anni, dove ogni anno si verificano fra 5 e 10 nuovi casi ogni 100.000.

    In Italia, secondo i dati dei registri tumori, nel periodo 1980-1990 l’incidenza è diminuita di circa il 2% per anno, mentre la mortalità (il numero di morti per cancro del pene in un anno) è solo in lieve diminuzione (-0,6% per anno).


    Come si manifesta?

    I sintomi più comuni sono, in ordine decrescente di frequenza, la presenza di noduli, dolore o prurito, sanguinamento, masse palpabili a livello inguinale e disturbi urinari. Il glande è la sede più comune, seguito dal prepuzio, dal solco coronale e dall’asta.

    Quali sono le cause del tumore del pene?

    Non è semplice determinare tutte le possibili cause di sviluppo di questo tumore; diversi studi hanno individuato alcune cause legate alle abitudini igieniche e alle malattie sessualmente trasmesse ed alcuni fattori predisponenti di tipo non ereditario.

    I fattori di rischio
    Un fattore di rischio è una condizione, abitudine o esposizione ambientale o professionale che aumenta la probabilità di sviluppare o contrarre una determinata malattia: possedere uno o più fattori di rischio non significa pertanto avere la certezza di ammalarsi. Il papillomavirus umano (HPV) è un fattore di rischio, anche se la sola infezione non è probabilmente sufficiente a causare il tumore in un uomo sano e immunocompetente. Altri possibili fattori di rischio sono il fumo di sigaretta, l’infezione da altri agenti microbici e l’immunosoppressione. La maggior parte degli studi suggerisce che il fumo di sigaretta aumenta di 2-3 volte il rischio di carcinoma del pene. L’effetto del fumo è risultato maggiore nei fumatori che negli ex-fumatori, suggerendo un ruolo del fumo negli stadi più tardivi della cancerogenesi. Diversi studi hanno indagato le anomalie genetiche e molecolari che si verificano nel carcinoma del pene, che sono in parte dipendenti da HPV. Uno studio recente ha indicato che la presenza di un’infezione da HPV ad alto rischio rappresenta un vantaggio in termini di sopravvivenza nei pazienti con carcinoma del pene. Altri fattori di rischio sono diverse patologie infiammatorie croniche (es, balanopostite e lichen sclerosus et atrophicus e trattamenti per disturbi della pelle a base di psoralen o fototerapia con raggi A ultravioletti.

    E' un tumore frequente?

    Il tumore del pene è una malattia rara nei paesi industrializzati e la sua incidenza è maggiore tra la popolazione anziana.


    Come si fa la diagnosi?

    Occorre effettuare in primo luogo un attento esame clinico in grado di rilevare dimensioni, localizzazione, mobilità, grado di infiltrazione e coinvolgimento dei corpi cavernosi da parte del tumore primitivo. Esistono poi diverse indagini strumentali che possono aiutare nel percorso diagnostico come la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM) e l’ecografia. Dato il rischio di errori diagnostici che possono comunque verificarsi sia con l’esame clinico sia con le metodiche radiologiche, molti autori preferiscono un approccio chirurgico per la valutazione dei linfonodi inguinali e delle lesioni del prepuzio o del glande.

    Lesioni con coinvolgimento del glande:

    Il tipo di intervento terapeutico dipende dalle dimensioni, dall'estensione dell'infiltrazione e dal grado di aggressività del tumore.

    Le possibili opzioni terapeutiche comprendono:
    1) amputazione del pene: l'amputazione parziale del pene è associata a una percentuale di recidiva locale compresa tra l¡¯11% e il 40% dei casi. Tuttavia un'amputazione parziale, con asportazione di 1,5-2 cm di tessuto sano, consente un eccellente controllo locale con una bassa percentuale di recidiva (0-8%). Ciò permette di preservare la funzione sessuale e la possibilità di urinare in posizione eretta. 2) chirurgia sotto controllo microscopico: la chirurgia sotto controllo microscopico costituisce un ragionevole compromesso tra controllo locale e preservazione d'organo, nei pazienti con lesioni piccole e superficiali. Tale procedura prevede l'esame microscopico dei margini chirurgici al fine di assicurare un'asportazione completa. 3) radioterapia (con fasci esterni; brachiterapia con iridium 192 tramite solchi o anse): la radioterapia è un'alternativa al trattamento chirurgico negli stadi precoci del carcinoma del pene, consentendo la preservazione della funzione dell'organo. La radioterapia può essere somministrata attraverso fasci esterni o tramite brachiterapia. Queste tecniche possono essere impiegate efficacemente in casi selezionati, per esempio in pazienti con lesioni distali T1, in cui in diverse casistiche è stata ottenuta una percentuale di controllo locale compresa tra il 78% e il 90%. Diversi studi hanno dimostrato che le recidive locali a seguito di radioterapia possono essere trattate con un intervento chirurgico di salvataggio, senza condizionare in maniera significativa la prognosi. La chemioterapia concomitante potrebbe potenziare l'efficacia della radioterapia nel controllo locale della malattia ed è attualmente oggetto di studi clinici. La laserterapia è ancora in fase di sperimentazione clinica. L'ablazione con laser a granato di neodimio:ittrio-alluminio (Nd:YAG) o a diossido di carbonio (CO2) è stata impiegata con successo in gruppi selezionati di pazienti con lesioni piccole superficialmente invasive. Per i tumori T1 il laser Nd:YAG consente un eccellente controllo locale, senza danni estetici e preservando la funzione sessuale. Al contrario, le lesioni più invasive (uguali o superiori T2) non sono adeguatamente controllate con la sola terapia laser.

    Come si cura?

    La prima scelta è la chirurgia, che prevede l'asportazione completa del tumore e in alcuni casi dei linfonodi interessati dal tumore. Possono essere associati anche trattamenti farmacologici e radioterapici.


    www.startoncology.net/site/index.php?
     
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  3. Intact-Italia
     
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    Vita sana, moto o attiv. fisica costante, vivere in campagna, un'alimentazione adeguata, niente fumo, alcool, droga, eccessi, evitare partner occasionali, ecco la ricetta per prevenire la maggior parte delle malattie. :)
     
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  4. Elefantino.82
     
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    Fattori di rischio

    I principali fattori di rischio per il carcinoma prostatico sono:

    - Età E’ il fattore di rischio principale legato allo sviluppo di neoplasia prostatica. La malattia è rara prima dei 50 anni, mentre dopo questa età l’incidenza e la mortalità aumentano in modo quasi esponenziale.

    - Fattori genetici. L'aggregazione familiare del cancro prostatico può essere dovuta ad una suscettibilità genetica , all’esposizione a comuni fattori ambientali o al solo caso in considerazione dell’elevata prevalenza di questo tumore. Il 10-15% dei soggetti affetti da questa neoplasia ha almeno un parente anch’esso affetto, ed i parenti di primo grado di pazienti con carcinoma della prostata hanno un rischio 2-3 volte maggiore di sviluppare la malattia; inoltre, tale rischio aumenta all’aumentare del numero di soggetti affetti in famiglia ed al ridursi dell’età alla diagnosi.

    - Fumo e alcool

    - Fattori razziali. L’incidenza del carcinoma prostatico varia ampiamente tra le popolazioni. I cinesi residenti in Cina hanno una incidenza pari a 19 su 100000 abitanti mentre gli afro-americani residenti negli stati uniti hanno una incidenza pari a 137 su 100000 abitanti.

    - Fattori dietetici protettivi: licopeni carotenoidi ,Vitamina E, Selenio. Fattori dietetici di rischio: latticini, grassi, carni rosse cotte ad elevata temperatura.


    Fonte: http://italiasalute.leonardo.it/news2pag.asp?ID=7379
     
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3 replies since 30/3/2012, 11:33   982 views
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